Gli artigiani del nuorese dicono no alla chiusura della Camera di Commercio e iniziano lo “sciopero dei diritti camerali”.

Pireddu (Presidente Confartigianato Nuoro Ogliastra): “Basta soprusi: iniziamo a farci sentire con azioni concrete”.

Sono 6.500 le imprese artigiane della provincia Nuoro-Ogliastra che potrebbero cominciare a non pagare i diritti camerali se la Camera di Commercio di Nuoro dovesse essere chiusa e accorpata con quella di Sassari. Ma a non pagare i contributi potrebbero esserci anche le altre 26mila attività produttive che operano nel territorio.

Diciamo basta a questa azione sconsiderata – afferma Giuseppe Pireddu, Presidente di Confartigianato Nuoro Ogliastra che danneggerebbe tutte le realtà, non solo quelle artigiane, e che non avrebbe alcuna ricaduta positiva sull’economia di un territorio ormai allo stremo”. “Se l’idea dell’accorpamento a Sassari dovesse concretizzarsi – continua Piredduchiameremo a raccolta tutti gli imprenditori e li inviteremo a non pagare i diritti camerali a oltranza. Non possiamo e non dobbiamo subire altri soprusi”.

L’Associazione Artigiana vuole così sollecitare l’attenzione degli artigiani e degli altri imprenditori ma anche di cittadini, associazioni, Istituzioni locali, provinciali e regionali, e soprattutto dei politici e puntare il dito contro una prospettiva che metterebbe ancora di più in ginocchio un intero territorio.

E’ una Camera di Commercio sana e che si regge da sola, quella di Nuoro, che nel proprio bilancio ha registrato 3.521.894 euro di entrate e solo 2.279.211 euro di oneri di gestione della struttura.

Gli artigiani vogliono alzare la voce contro uno Stato che, ancora una volta, in nome di un inconcepibile taglio dei costi, vuole abbandonare i territori, le popolazioni e le imprese a un destino incerto. Dopo il depotenziamento della Motorizzazione e la soppressione di tanti altri uffici periferici, gli imprenditori daranno battaglia contro una scelta incomprensibile e inaccettabile.

Si continua con lo smantellamento sistematico del territorio – continua il Presidente di Confartigianato Nuoro Ogliastra e noi contro questa azione dobbiamo battagliare ed essere uniti. Questo non è un problema delle sole province di Nuoro e Ogliastra ma di tutta la Sardegna che sta facendo scivolare l’intero territorio in un piano sempre più secondario se non in ultima posizione”.

Per Confartigianato ci si accorge del nuorese solo quando si parla di carceri, di basi militari, di tagli e smantellamenti. “Abbiamo bisogno di maggiore presenza dello Stato – prosegue Pireddu – che sta lentamente andando via adesso il problema è la Camera di Commercio e ma presto arriverà il turno di tanti altri presìdi che potrebbero trasformare il territorio “de-statalizzato”.

Il Segretario provinciale Pietro Mazzette sottolinea come “ora sarà importante la sinergia tra imprese a Amministrazioni per far pressione sulla politica, per salvare l’attività di una Camera di Commercio sana, che produce utili e che si regge con le proprie risorse contro un sistema socio-produttivo in progressivo disfacimento”.

Con questo provvedimento, rischiamo un ulteriore pesante ridimensionamento proprio in un momento difficile dove i servizi a imprese e cittadini rappresentano un punto centrale della vita di comunità – riprende Mazzette – colpisce il fatto che il Governo non percepisca che i vantaggi economici dovuti alla chiusura della Camera di Commercio sono estremamente risibili rispetto ai disagi che verranno causati”.

Per Confartigianato Nuoro-Ogliastrail momento di grave crisi economica che ha coinvolto indistintamente tutte le categorie del territorio, le difficoltà che quotidianamente le aziende devono superare e la paura di un futuro incerto, non possono lasciare indifferenti dinanzi a quelle che potrebbero essere le importanti e negative conseguenze di tipo economico-sociale e culturale che potrebbero derivare da questo grave atto di soppressione”.

Quella del Governo – concludono all’unisono Pireddu e Mazzette è una scelta miope che mette in difficoltà un’intera comunità e che avrà effetti pesanti su tutti. Attuare scelte di questo tipo testimonia ancora una volta come questa spending review risponda ad una visione centralista dell’amministrazione dello Stato, sorda ai bisogni e alle esigenze dei territori, che andrà a colpire una comunità e un sistema produttivo come quello del nuorese”.