EDILIZIA – Dai costruttori sardi le richieste per la prossima Legislatura: meno tasse e burocrazia e modifica del Codice degli Appalti. Meloni (Presidente Confartigianato Edilizia): “Rimettere le costruzioni al centro delle politiche di crescita: dobbiamo farci sentire”. In Sardegna 22.470 imprese e 36.967 addetti.

No agli slogan, sì ai fatti che rimettano il settore delle costruzioni al centro delle politiche per la crescita dell’Italia anche la Sardegna: dobbiamo farci sentire”.

E’ questo il messaggio che le imprese edili sarde, attraverso il Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni, lanciano ai candidati in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo.

Con il “Manifesto Costruzioni”, Confartigianato Edilizia, insieme ad altre Associazioni di Categoria e Ordini Professionali, chiede a tutte le forze politiche impegni concreti per rilanciare un settore determinante per la ripresa dell’economia italiana e sarda, sottolineando la “situazione eccezionale, di crisi e di emergenza” che da un decennio flagella la filiera dell’edilizia. Infatti, solo in Sardegna, tra il 2016 e il 2017 il settore (edilizia, impiantistica, installazione, progettazione e servizi connessi), ha perso lo 0,9% del totale delle aziende registrate, calo che tra le realtà artigiane è arrivato al 2,5% (341 realtà in meno) stabilizzandosi, alla metà dello scorso anno, sulle 22.470 imprese. Situazione che si è letteralmente abbattuta sugli addetti scesi a 36.967 nel primo trimestre di quest’anno contro i 44.734 dello stesso periodo del 2012 registrando, così, un saldo percentuale negativo del 17,4% e una perdita secca di 7.767 buste paga.

Le richieste delle imprese delle costruzioni spaziano dall’accelerazione delle opere pubbliche, alla semplificazione burocratica, vero macigno che blocca il Paese, a una politica fiscale a favore dello sviluppo e dell’ambiente, alla riduzione di costi troppo alti, adempimenti eccessivi e di tutti gli oneri non più sopportabili come il “cuneo fiscale”.

Chi ambisce a prendere le redini del Governo Nazionale – sottolinea Meloni deve mettere le costruzioni al centro delle attività di crescita, per farle tornare a essere “vero motore del Paese”: la Politica a volte pare essere sorda e insensibile a queste nostre esigenze”. Significherebbe – puntualizza il Presidente degli Artigiani Edili far crescere il Pil di mezzo punto in più l’anno” e “recuperare i 600mila posti di lavoro persi nel settore negli ultimi 10 anni”.

Poi il Presidente Meloni punta il dito contro le criticità del nuovo Codice degli Appalti “rivelatosi finora un’occasione mancata per le piccole imprese dell’edilizia”. “Non sono stati raggiunti – afferma – gli obiettivi della Legge Delega: semplificazione e rapidità dei procedimenti; lotta alla corruzione e ai conflitti d’interesse per favorire la trasparenza; riduzione degli oneri documentali ed economici a carico delle imprese; razionalizzazione delle procedure di spesa; efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti; valorizzazione della territorialità e della filiera corta”.

La frettolosa abrogazione del previgente Regolamento in assenza delle norme di attuazione del codice – rimarca Meloniha generato il sostanziale blocco degli appalti. Il buon senso impone il suo urgente ripristino”.

Per Confartigianato Edilizia Sardegnala riforma del codice non è ancora conclusa e non vi è stata semplificazione”.

Le imprese chiedono, per questo, che principi come il “km 0” e la “filiera corta”, che permetterebbero l’inclusione delle micro e piccole imprese del territorio, vengano resi effettivi e valorizzati tra i criteri di aggiudicazione. “A oggi – secondo Meloninonostante un indirizzo politico forte, anche sostenuto dalle Regioni, questi non sono stati attuati”.

Il Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna conclude richiamando “la necessità di qualificare, con precisi requisiti d’accesso, l’attività di imprenditore edile”.