TRASPORTO MERCI – Rinviato a settembre il fermo dei mezzi e per le imprese dell’autotrasporto arrivano gli incentivi per ammodernare le flotte. Mellino (Presidente Confartigianato Trasporti Sardegna): “Abbiamo dato tempo al Ministro per trovare le soluzioni ai nostri problemi”. Anche per i 2.476 autotrasportatori sardi a disposizione 33 milioni di euro per i nuovi camion: al via le domande, fondi fruibili da subito.

E’ stato rinviato a settembre il fermo dei Tir e delle merci che Confartigianato Trasporti, insieme ad altre sigle datoriali, avevano programmato per i primi giorni di agosto. Nel frattempo dal Ministero arrivano 33 milioni di euro per ammodernare i mezzi per rendere le imprese più competitive.

Sono queste le due notizie che gli autotrasportatori sardi attendevano con interesse e urgenza.

La prima riguarda l’incontro interlocutorio che l’Associazione Artigiana ha avuto con il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che non ha soddisfatto le richieste degli autotrasportatori.

Abbiamo illustrato al Ministro le problematiche del settore – annuncia Giovanni Mellino, Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna prima fra tutte il taglio alle deduzioni per le spese documentate. Il Titolare del Dicastero ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto con la nostra categoria, per individuare soluzioni da attuare in tempi brevi nell’interesse degli autotrasportatori e dell’economia del Paese”. “A fronte di questo impegno – continua Mellinoabbiamo deciso il differimento all’ultima settimana di settembre del fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci previsto dal 6 al 9 agosto”.

La seconda notizia, migliore della prima, riguarda direttamente anche le 2.476 imprese dell’autotrasporto sardo, di cui 1.647 artigiane, che potranno fruire di 33,6 milioni di euro, per acquistare nuovi veicoli a metano, rimorchi, semirimorchi e casse mobili oppure radiare o rottamare i veicoli ormai obsoleti, che il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha messo a disposizione a livello nazionale.

I decreti sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale il 16 luglio e quindi i fondi sono già fruibili. Pertanto fino al 15 aprile 2019, per le imprese è possibile effettuare gli acquisti e fare la domanda per ottenere gli incentivi.

Per gli investimenti sono destinati questi importi:

  1. a) 9,6 milioni di euro per acquisizione di autoveicoli, nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate a trazione alternativa a metano CNG, gas naturale liquefatto LNG e elettrica (Full Electric);
  2. b) 9 milioni di euro per radiazione per rottamazione di veicoli pesanti di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 11,5 tonnellate, con contestuale acquisizione di veicoli nuovi di fabbrica conformi alla normativa euro VI di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 11,5 tonnellate;
  3. c) 14 milioni di euro per acquisizione di rimorchi e semirimorchi, nuovi per il trasporto combinato ferroviario rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di dispositivi innovativi volti a conseguire maggiori standard di sicurezza e di efficienza energetica;
  4. d) 1 milione di euro per l’acquisizione di 8 casse mobili e 1 rimorchio o semirimorchi portacasse, così da facilitare l’utilizzazione di differenti modalità di trasporto in combinazione fra loro, senza alcuna rottura di carico.

I fondi messi a disposizione – commenta Giovanni Mellino non basteranno per soddisfare tutte le richieste ma rappresentano, in ogni caso, un passo in avanti per l’ammodernamento delle flotte”. “Purtroppo, da anni, nell’isola, il settore non riesce a ripartire – continua – nonostante incentivi e contribuiti, manca ancora la svolta che sarebbe necessario attendersi per una concreta ripresa”. “E’ necessario ricordarsi sempre che sul comparto si scaricano tutti i problemi delle imprese sarde – conclude il Presidente – e se la manifattura, o l’edilizia, non ripartono, o se alle famiglie mancano le condizioni economiche, ovviamente i mezzi rimangono fermi. Tutto ciò si riverbera in modo principale su occupazione e crescita dei territori”.